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In Italia circa 50 mila persone all’anno soffrono di problemi legati all’ernia del disco che, sotto il profilo medico, rappresenta una questione a meta’ tra l’Ortopedia e la Neurologia.
Infatti il disco intervertebrale, costituito da una porzione periferica (anello fibroso) ed una centrale (nucleo polposo), è situato tra un corpo vertebrale e l’altro in senso cranio-caudale, mentre posteriormente ha rapporto con il midollo e le radici nervose.
A causare l’ernia intervengono quelle condizioni di sollecitazioni meccaniche abnormi che provocano rottura delle fibre (che costituiscono l’anello fibroso) con la conseguente fuoriuscita del nucleo polposo che determina l’ernia.
L’ernia discale comprime le radici nervose o il midollo stesso provocando dolori lancinanti, contrattura della muscolatura paravertebrale associata a limitazioni della motilità, paralisi parziali.
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Eliminando chirurgicamente tale struttura erniata, si provoca inevitabilmente uno squilibrio biomeccanico di tutta la colonna.
In particolare i due principali fenomeni che ne conseguono all’intervento sono:
L’aumento di carico delle articolazioni posteriori vertebrali, che porta ad una degenerazione artrosica delle articolazioni stesse traducendosi in un più o meno marcato aumento della stenosi dei recessi;
La diminuita funzione di assorbimento dello stress meccanico legata all’asportazione del disco intervertebrale erniato, che porta ad un sovraccarico funzionale dei dischi adiacenti e quindi favorisce il prodursi di una protrusione discale con relativo conflitto disco-radicolare.
Per queste persone, però, c’è una speranza in più: l’ossigeno–ozono terapia (O2-O3). Terapia incruenta, questa, che consiste in un ciclo di infiltrazioni a livello paravertebrale in corrispondenza del o dei dischi erniati.Il ciclo prevede una serie di 10-12 sedute, ognuna delle quali consiste in 2-4 infiltrazioni per un totale di 20-40 ml di ozono per ogni seduta. Con questa metodica si ottengono dal 90-95% di successi, dovuti alla capacità di questa miscela di gas naturale che riesce a neutralizzare l’ernia.
I meccanismi d’azione che provoca la miscela di ossigeno-ozono sono:
• La scissione delle molecole di collagene del nucleo polposo, componenti base dell’ernia discale e quindi la frantumazione dell’ernia in frammenti più piccoli che, staccandosi, vengono successivamente metabolizzati come materiale di scarto dall’organismo ;
• L’eliminazione di acqua contenuta dal nucleo polposo erniato responsabile della compressione delle strutture nervose .Un fatto importante è che questo gas non attacca la struttura discale che rimane intatta e quindi può continuare la funzione di ammortizzatore elastico del rachide, ma addirittura la migliora, grazie alle sperimentate qualità terapeutiche antinfiammatorie e di stimolo alla circolazione del sangue.
In conclusione possiamo affermare che con questa tecnica viene eliminato nel 90% il dolore e nel 70% dei casi non si riscontra più traccia dell’ernia; questo trattamento non provoca danni, è del tutto indolore, non comporta rischi e non presenta nessuna controindicazione.
Inoltre, l’ossigeno-ozono terapia può essere utilizzata in tutte quelle patologie a carattere infiammatorio (periartriti, tenosinoviti, ecc.),in quelle a carattere degenerativo (coxartrosi, gonartrosi, ecc.) mediante infiltrazioni intrarticolari ed attraverso l’autoemotrasfusione in tutte quelle patologie da carente apporto di ossigeno (arteriopatie obliteranti, ulcere da decubito e croniche, osteoporosi ecc.).
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